esercizio cuore training autogeno

TRAINING AUTOGENO – ESERCIZIO DEL CUORE

E’ il primo degli esercizi complementari.

Con l’esercizio del cuore il soggetto è invitato a prendere contatto con il vissuto cardiaco, a scoprire il proprio cuore.
Non si tratta di “modificare il ritmo del proprio cuore, di rallentare o accelerarne i battiti, ma semplicemente di sentirlo battere”.
Questa percezione, solitamente ignorata, rassicura il soggetto che “ascolta” il suo cuore battere calmo, ritmico, regolare, in una situazione di calma assoluta e di estrema passività.

Da sempre il cuore è stato associato ad una ricchissima simbologia, oltre ad essere considerato la sede delle emozioni, dei sentimenti, degli affetti e delle passioni.
Sembrerebbe abbastanza facile tradurre in vissuti emozionali l’esperienza del ritmo cardiaco, invece molti soggetti fanno difficoltà a percepirlo, altri vivono antiche ansie associate a questa presenza.
I motivi che possono generare tali difficoltà sono diversi, ma possono essere ricondotti al fatto che probabilmente tale esercizio viene presentato troppo presto, quindi con una insufficiente capacità di “ascolto inferiore” e “sedazione emotiva”.

Per questo alcuni autori (es. Hoffmann) collocano tale esercizio alla fine della sequenza. Altri invece propongo si spostarlo dopo quello del respiro; Giorda consiglia di far affiorare il vissuto cardiaco nella pausa tra la fase espiratoria e quella inspiratoria dell’esercizio del respiro (“cuore incastonato”).
Quando l’esercizio del cuore viene eseguito, non ci si può limitare ad accertare se è stato avvertito il ritmo cardiaco, ma occorre far comprendere il relativo significato psicologico.
E’ all’armonia degli effetti e delle emozioni che occorre, quindi, indirizzare l’orientamento psichico del paziente.

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