TRAINING AUTOGENO E DISTROFIA SIMPATICO RIFLESSA
La distrofia simpatico riflessa (RSD) è una sindrome multisintomatica e multisistemica che colpisce una o più estremità del corpo. Le cause sono molteplici: trauma; ischemia; infarto miocardico; lesioni cerebrali; interventi chirurgici. Il sintomo principale è il dolore.
Lo studio che viene presentato (1) è partito dall’ipotesi che il training autogeno, combinato al trattamento standard che richiede la fisioterapia, possa ridurre l’attività simpatica e il dolore.
Dalla ricerca sono stati esclusi soggetti il cui dolore era causato da altre patologie come la sindrome del tunnel carpale, polineuropatia periferica, necrosi ossea asettica, artrite reumatoide, diabete mellito, abuso di alcool, disturbi psichiatrici, scarsa compliance al training autogeno. 18 soggetti, tra i 16 e 75 anni, con RSD ad un arto superiore, la cui diagnosi è stata confermata da una scintigrafia ossea, sono stati introdotti nel gruppo di controllo (N=9, ha ricevuto la fisioterapia come trattamento standard) e in quello sperimentale (N=9, fisioterapia + training autogeno).
Nel gruppo sperimentale, il training autogeno è stato eseguito una volta a settimana in 10 sessioni della durata di 90 minuti ciascuna. Ai soggetti è stato chiesto di comunicare l’esperienza personale con il training autogeno e di praticare gli esercizi da soli a casa una volta aver appreso il metodo.
All’inizio e alla fine del trattamento, i soggetti sono stati sottoposti a vari esami come i movimenti, la temperatura corporea, misurazioni volumetriche degli arti, scintigrafia ossea dell’arto colpito e il dolore è stato valutato da una scala analogica visiva da 0 (assenza di dolore) a 100 (massimo dolore).
Dai risultati si evince una diminuzione del dolore in entrambi i gruppi; la temperatura corporea è significativamente diminuita nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo in cui, invece, è stato registrato un lieve aumento (questo potrebbe essere spiegato dal fatto che il dolore sia associato alla perdita del controllo vaso-regolatore); la differenza di flessione ed estensione tra gli arti è diminuita in entrambi i gruppi; il volume dell’arto colpito è diminuito nel gruppo sperimentale mentre è invariato nel gruppo di controllo.
I limiti del gruppo sono: campione piccolo e mancanza di follow-up per verificare gli effetti a lungo termine del training autogeno.
Una conquista importante di questa indagine è stata quella di chiarire quanto il dolore incida su molte variabili e che il training autogeno è un aiuto prezioso per ridurne gli effetti collaterali (TRAINING AUTOGENO E GESTIONE DEL DOLORE).
Bibliografia
(1) V. Fialka, M. Korpan, T. Saradeth, T. Paternostro-Slugo, O. Hexel, O. Frischenschlager, E. Ernst. Autogenic training for reflex sympathetic dystrophy: A pilot study. 1996. Complementary Therapies in Medicine, Volume 4, Issue 2, pp. 103-105.
A cura della dott.ssa Emanuela Tufano e del dott. Massimiliano Stocchi