insonnia secondaria training autogeno

TRAINING AUTOGENO E INSONNIA

L’insonnia è un problema in larga diffusione i cui sintomi sono molteplici: difficoltà ad addormentarsi; svegliarsi durante la notte; svegliarsi stanchi; mancanza di energia durante il giorno. Le cause dell’insonnia sono diverse come malattie fisiche, ansia, depressione, problematiche sociali, alterazione cognitiva, eccitazione fisica o psichica, lutto, traumi, ecc. Inoltre si parla di circolo vizioso quando un problema, come l’ansia, altera il sonno che va ad alimentare il disturbo (l’ansia, in questo caso) di base.

Hoffmann (1)  ha classificato i disturbi del sonno in: disturbi somatici del sonno (causa organica che, una volta curata, risolve l’insonnia); disturbi nelle psicosi endogene (come la depressione); disturbi funzionali del sonno di tipo esogeno (cause esterne come stimoli ambientali o cambiamenti importanti) o psicoreattivo. Il training, inoltre, garantirà la distrazione dai problemi del sonno per concentrarsi sugli esercizi. Le formule possibile sono varie: “I pensieri sono completamente indifferenti”; “sono completamente indifferente, importante è la calma”; “il sonno verrà, non importa quando”; “i pensieri arrivano, si innalzano e si allontanano di nuovo come le nuvole nell’oscurità della sera”; “la calma mi fa da schermo protettivo come un grande mantello”. Hoffmann avverte sulla necessità della riduzione graduale dei farmaci usati poiché interferiscono sulla qualità del sonno.
Nel seguente studio (2), è stato indagato il ruolo del training autogeno sull’insonnia in 153 soggetti la cui insonnia non era il motivo principale del loro disturbo, ma compariva sicuramente tra i sintomi.
I risultati sono stati considerati in 4 tempi diversi:
– T1 consultazione 2.5 mesi prima dell’inizio del trattamento;
– T2 inizio del trattamento con training autogeno della durata di 8 sessioni. La formazione è avvenuta in gruppo e poi i soggetti sono stati invitati ad eseguire gli esercizi a casa;
– T3 dati prelevati alla fine del trattamento;
– T4 follow-up.
Sono stati utilizzati 3 questionari:
Questionario sul sonno (tempo per addormentarsi, numero dei risvegli notturni, difficoltà nel tornare a dormire, durata del sonno, energia durante la giornata, svegliarsi riposati);
Measure Your Medical Outcome Profile (MYMOP) in T2 e T3;
Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) in T2 e T3.
I risultati per T1 e T2 sono stati confrontati con quelli riguardanti T2 e T3. Siccome dei 135 soggetti, solo il 32% ha fornito dati al T4, non sono presenti dati per il follow-up. Dai risultati si evince un significativo miglioramento dei sintomi dell’insonnia nel questionario sul sonno (specie sui punti relativi all’energia, sentirsi riposati alla veglia, tempo per addormentarsi e difficoltà a tornare a dormire) così come nel MYMOP e nell’HADS. Questi risultati hanno confermato i benefici del training autogeno sul sonno in soggetti con o senza disturbi del sonno e che può ridurre anche l’ansia e la depressione che possono essere causa o sintomi dell’insonnia; inoltre, la formazione del T.A. in gruppo ha favorito l’interesse e la fiducia in questo metodo.

Bibliografia

(1) Bernt H. Hoffmann. Manuale di training autogeno. (Beatrix Hohenegger Trad.). 1980. Roma: Casa Editrice Astrolabio. (Edizione originale tedesca 1977).

(2) Ann Bowden, Ava Lorenc and Nicola Robinson. Autogenic Training as a behavioural approach to insomnia: a prospective cohort study. 2011. Prim Health Care Res Dev.

A cura della dott.ssa Emanuela Tufano e del dott. Massimiliano Stocchi

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